mercoledì 19 ottobre 2022

LUCIANO SALCE - L'ironia è una cosa seria



Luciano Salce
 ci manca. Ho avuto la fortuna di conoscerlo alla bottega di Vittorio Gassman. È stato prima un maestro poi un amico.

Racconto un piccolo aneddoto: un giorno siamo andati dalla famosa turca di via Giulia per farci leggere i fondi del caffè, lui però non ha voluto la divinazione, ascoltava interessato la mia.
«Perché?» gli ho chiesto,
«Ieri una yemenita mi ha letto il futuro in una sfera di cristallo e mi ha detto, se domani berrai il caffè da una turca avrai terribili dolori di pancia». Aveva la battuta sempre pronta. Riusciva a sdrammatizzare anche i momenti più dolorosi della sua vita. L’8 settembre del 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi e internato in un campo di lavoro nazista. Fugge, ma tradito da alcuni suoi connazionali viene deportato a Dachau, sarà libero solo nel 1945. Nel diario liquida quel periodo terrificante come «Due anni difficili»
L’ironia è dei geni.

Artista scomodo, coraggioso, anticonformista, indipendente, non piace alle élite politiche. Mette in ridicolo il potere, di qualunque “colore” sia. Tra i suoi capolavori “Il federale”, “La voglia matta”, “Fantozzi”, il bellissimo e semisconosciuto “Colpo di Stato”. Satira di fantapolitica girato quasi come un mockumentary racconta le elezioni politiche del 1972. La democrazia cristiana al potere è sicura di vincere, sostenuta dai soliti noti, il Papa con il suo entourage pretesco, plotoni di suore addestrati per costringere vecchietti e disabili a votare DC, memorabile la scena della monaca uscita dalla cabina elettorale con il nonno in carrozzella. Un piccolo incidente fa cadere la coperta che imbacucca il vecchietto, tolto il sipario di lana rimane il cadavere, il nonno in realtà è morto stecchito da una settimana. Non c’è solo la Chiesa tra i compari di merende democristiani, nel film sfilano loschi affaristi, banchieri, multinazionalisti e soprattutto i nostri padroni assoluti: gli americani. La DC non può perdere. Il demiurgo con la macchina da presa però decide il contrario. Vincono i comunisti. Da qui una girandola di avvenimenti caricaturali, a cominciare dalla semper serva e camaleontica TV di Stato pronta a trasmettere canzoni di sinistra antiborghesi…, “Se non è oggi sarà un altr’anno monache e preti lavoreranno…” 
Lo zio Sam come prevedibile non ci sta, non perde le sue colonie per cederle ai russi, piuttosto le distrugge.
Una serie di missili atomici si ergono pronti a partire per annientarci. Fivefourthreetwoone… non rivelo il finale.
Il film si può vedere su You Tube.

Terribile coincidenza con la nostra situazione attuale? Siamo nel 2022 ancora dominati dal padrone a stelle e strisce. Brevissimo cenno storico, nel 1943 gli americani, si ipotizza aiutati da Lucky Luciano, sbarcano in quella che Churchill definisce “Il ventre molle dell’Europa”, l’Italia, vengono per liberarci, così “a gratis”, va bé. Sempre grazie alla mafia, si ipotizza ancora che tra stragi e assassini di personaggi scomodi come importanti magistrati, tra cui Falcone e Borsellino, non ce li siamo più tolti.
Torniamo al parallelismo con il film. La civiltà del dollaro, per niente totalitaria, va bé, per proteggerci da un “altro” totalitarismo ci “obbliga” a entrare in guerra. Fantastico. Le erezioni nucleari sempre più turgide continuano a minacciarci e noi al solito ubbidiamo, sennò: Fivefourthreetwoone… non rivelo il finale.

Ovviamente la pellicola fu censurata e osteggiata in tutti i modi per questo in pochi la conoscono. Il Grande Luciano Salce aveva tenuto testa ai nazisti cosa poteva spaventarlo ancora? Al momento attuale chi mai avrebbe il coraggio di fare un’opera di denuncia simile? 
La maggioranza degli artisti è allineata alla società orwelliana.
À la guerre comme à la guerre.

L’ironia è una cosa seria, mostra curata da Emanuele Salce e da Andrea Pergolari, è un interessante percorso artistico e storico costruito con materiale principalmente inedito, tra foto, scritti, pagine di diario, filmati.
Da non mancare.

giovedì 31 marzo 2022

GLORIFICHIAMO IL NAZISTA


Zofia kossak, Giorgio Perlasca, Oskar Schindler, cosa c’entrano queste straordinarie persone (tutti e tre hanno salvato centinaia di ebrei dalla morte) col sanguinario nazista del battaglione Azov, Abroskin Vyacheslav?
Per Gramellini (vicedirettore del Corriere della Sera) e a suo dire per tutto il popolo ebraico, in comune hanno di appartenere ai “giusti”.
Dunque al macellaio Abroskin che ha ucciso e torturato “grappoli di russi” (cit.) basta scrivere un post strappalacrime su facebook per diventare un eroe. Basta digitare di voler salvare dei bambini da Mariupol consegnandosi come prigioniero per ottenere la targhetta di “giusto”.
Basta un post?
Commovente.
Ma il popolo ebraico non sente un moto di ribellione, quanto meno un senso di nausea di fronte a questo orrore?
Amnesty International nel 2016 ha chiesto al governo ucraino lo scioglimento del battaglione nazista, ma è rimasta inascoltata. Le sue nefandezze sono state riconosciute ed elencate in una serie di report pubblicati dall’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. “Azov” responsabile dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica.
Sono state tacciate di nazismo brave persone, manifestanti riuniti nelle piazze per rivendicare la propria libertà, mentre i veri mostri nazisti vengono glorificati dai media e dai governanti al soldo della Nato.
Siamo oltre il bipensiero orwelliano, siamo allo stupro collettivo della ragione.
Il giorno della memoria dura solo ventiquattro ore, tutto il resto è oblio.


venerdì 18 febbraio 2022


𝐒'𝐈' 𝐅𝐎𝐒𝐒𝐄 𝐅𝐎𝐂𝐎
Per Eraclito è l’archè primordiale, tutto ha origine e fine nel fuoco. PerJung può simboleggiare una trasformazione interiore, i monaci tibetani si fanno ardere per protestare contro la dittatura cinese, la libertà è un loro, è un nostro diritto inalienabile.
Nel corso della storia sono in molti i dissidenti ad aver scelto la via del fuoco contro le ingiustizie.
Perché?
La rabbia lascia il corpo pacificato e si materializza nella furia delle vampe.
L’Araba fenice incenerita rinascerà “più bella e più superba che pria". L’uccello mitologico raffigura il potere della resilienza.
Poi c’è l’Inferno dantesco, nell’ottava bolgia ardono i fraudolenti, i truffatori, tra questi Ulisse artefice del cavallo di Troia. Una truffa in piena regola, fingo di farti un regalo e poi ti fotto facendoti massacrare dai miei scagnozzi-soldati nascosti nel cavallo. "𝙄𝙣 𝙚𝙦𝙪𝙤 𝙨𝙪𝙣𝙩 𝙞𝙣𝙞𝙢𝙞𝙘𝙞"
Come contrappasso lo spirito di Ulisse brucia nella doppia fiamma, una vampa bi-locale condivisa con Diomede, suo compagno di truffe e bagordi.
Stavolta il fuoco castiga.
Torniamo alla protesta, a febbraio, in Italia, nel brevissimo tempo di otto giorni, tre uomini hanno acceso i propri corpi.
Nadir, trentasette anni, si è dato fuoco a Oderzo, provincia di Treviso, aveva subito la seconda multa in quanto sprovvisto di 𝙜𝙧𝙚𝙚𝙣 𝙥𝙖𝙨𝙨 . Viene ricoverato con ustioni all’ottanta per cento del corpo.
Francesco Chiarelli, docente di Crotone, trentatré anni, si getta una tanica di benzina addosso poi accende il rogo. La torcia umana diventa virale sui social. Uno spettacolo agghiacciante, però la stampa dedica poche righe al fatto, liquidandolo con un: “era vaccinato, dunque non protestava per la perdita del lavoro, ergo il governo è innocente come una mammola”. In realtà aveva fatto solo due dosi e la possibilità che il suo gesto sia collegato a un dissenso contro il 𝙜𝙧𝙚𝙚𝙣 𝙥𝙖𝙨𝙨 rimane al vaglio degli inquirenti. Inoltre il giorno in cui è avvenuto il drammatico evento è l’ultimo prima dell’entrata in vigore di misure più dure contro i "𝙣𝙤-𝙫𝙖𝙭". Anche il luogo, il rogo è avvenuto davanti a una caserma dei carabinieri, ha un suo peso simbolico.
Il terzo, un ragazzo di venticinque anni, si dà fuoco perché depresso. È ricoverato al Sant’Eugenio di Roma con gravi ustioni sul settanta per cento del corpo.
Perché?
Rabbia? Resilienza? Identificazione freudiana con il nemico truffaldino? Brucio al posto tuo, maledetto Ulisse, tu e il tuo veleno celato nel siringone di Troia. "𝙄𝙣 𝙘𝙡𝙮𝙨𝙩𝙚𝙧𝙚𝙢 𝙨𝙪𝙣𝙩 𝙞𝙣𝙞𝙢𝙞𝙘𝙞"
I monaci tibetani per Calvino erano simboli estremi della rivolta contro la dittatura del potere che “Per gridare la parola pace più forte dei rumori della guerra fanno parlare le fiamme dei loro corpi irrorati di benzina.”
L’urlo sconquassante della sofferenza ignorata.
La negazione delle libertà personali, del diritto al lavoro, della cultura e soprattutto dell’intelligenza.
𝗜𝗼 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗠𝗶𝗮/𝗠𝗶𝗼!
P.S.
«𝙎’𝙞’ 𝙛𝙤𝙨𝙨𝙚 𝙛𝙤𝙘𝙤, 𝙖𝙧𝙙𝙚𝙧𝙚𝙞 ‘𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤»

martedì 25 gennaio 2022

LASCIATE CHE I BIMBI VENGANO A ME

 




𝗕𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗼 𝗚𝗲𝘀ù, nome pretenzioso per un ospedale che di cristiano sembra non avere più neanche una flebo.
Antefatto:
Una mia amica, la chiamerò Sara, prende appuntamento all’ospedale succitato per fare importanti e necessari controlli alla figlia adolescente, da neonata ha subito una complessa operazione al cuore, ora è cardiopatica e deve essere monitorata. Sara non ha vaccinato la sua creatura, semplicemente perché la ama, si è informata e sa a quali rischi va incontro.
Arrivano all’ospedale munite di tampone negativo, ma si sentono dire: “Signora i vostri 𝐠𝐫𝐞𝐞𝐧 𝐩𝐚𝐬𝐬 sono scaduti.”
“Come scaduti? Li abbiamo fatti da poche ore.”
“Capiamoci, senza vaccino non potete entrare.”
Sara protesta, “Ho appuntamento per far visitare mia figlia è di vitale importanza per lei.”
L’infermiera impietosita o più probabilmente per non passare guai giudiziari le lascia entrare.
Il dottore attacca con una ramanzina enciclopedica, deve vaccinare sua figlia, dobbiamo soprattutto tutelare chi può avere problemi di cuore, ma lei che madre snaturata è? Dove vive? eccetera, salvo poi, credendo di non essere visto, imprecare contro la propria 𝐅𝐅𝐩𝟐 che gli impedisce di respirare.
Episodi analoghi in tutta Italia. Tra gli ospedali, al Galeazzi c’è il preciso ordine da parte del simpaticone canterino natalizio alias dott. Pregliasco di non operare chi non si è vaccinato.
𝗦ì 𝘀ì 𝘀ì 𝘀ì 𝘃𝗮𝘅 𝗻𝗶𝗮𝗺𝗼𝗰𝗶
Siamo in piena apartheid medica. Senza 𝐒𝐮𝐩𝐞𝐫 𝐆𝐫𝐞𝐞𝐧 𝐩𝐚𝐬𝐬 sei un “diverso” e i diversi in questo paese non vengono curati. Della serie credi nel diritto all’autodeterminazione? Sei ancora convinto che il tuo corpo sia tuo? Non ci fai sperimentare su di te un po’ di robetta? Allora morirai solo e senza assistenza medica.
Non ci sono nemmeno decreti incostituzionali dove è scritto ciò, semplice tacito consenso ospedaliero di stampo mafioso.𝘼𝙪𝙢𝙢 𝘼𝙪𝙢𝙢, 𝙢𝙖𝙜𝙣𝙖 𝙢𝙖𝙜𝙣𝙖.
Torniamo al Messia a cui è dedicato l’ospedale di cui sopra.
Immagino Gesù fare i miracoli ai nostri giorni, Lazzaro ti puoi alzare e camminare solo se sei vaccinato, e tu Bartimeo rivuoi la vista? Fatti la terza dose, il tuo 𝐠𝐫𝐞𝐞𝐧 𝐩𝐚𝐬𝐬 è scaduto. Ma Jesus è scaduto da appena un’ora. Vuoi fare il furbetto? Ma sono ridotto così proprio per i danni collaterali del vaccino. Va bè Bartimè so’ cose che capitano. Jesus di là ci sono i bambini. Che vengano a me, tu no Marcolino torna indietro. Perché Jesus? Perché non ti sei inoculato, vuoi mettere in pericolo il tuo nonnino lebbroso?
Se ti vaccini entri in Paradiso. Oh yeah! La tua vita sarà eterna, un’eternità di dosi e di pavida noia mortale.
Siamo seri:
“𝐈𝐧 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨, 𝐞𝐥𝐢𝐦𝐢𝐧𝐞𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐥’𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢𝐧𝐚. 𝐂𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐭𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧 ‘𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐨’, 𝐜𝐢 𝐬𝐚𝐫à 𝐮𝐧 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐨 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐫à 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚, 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐥’𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐮ò 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐢𝐞𝐧𝐨 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐒𝐩𝐢𝐫𝐢𝐭𝐨"
𝐑𝐮𝐝𝐨𝐥𝐟 𝐒𝐭𝐞𝐢𝐧𝐞𝐫

venerdì 14 gennaio 2022

"NOLE" ME TANGERE


Interrogato tutta la notte alla dogana dell’aeroporto internazionale di Melbourne, si è visto invalidare l’esenzione dal vaccino obbligatorio, Djokovic forse non può giocare agli Australian Open.
“Visto negato, deportazione inevitabile”, scrive un giornalista del Corriere della sera, notate nulla?
“Deportazione …”
Ecco l’originale della BBC: "𝑨 𝒄𝒐𝒖𝒓𝒕 𝒘𝒊𝒍𝒍 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒅𝒆 𝒐𝒏 𝒉𝒊𝒔 𝒅𝒆𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒕𝒊𝒐𝒏 𝒐𝒏 𝑴𝒐𝒏𝒅𝒂𝒚 ". Lunedì un tribunale deciderà sulla sua espulsione.
“Espulsione”per il Corriere diventa “deportazione”.
Scelta linguistica assai preoccupante nevvero?
Nole è al momento rinchiuso in un hotel a Melbourne usato per la detenzione degli immigrati.
«Mio figlio è ostaggio in Australia, ma non è mai stato più libero» dice il padre Srdjan Djokovic.
Darrel Standing, protagonista del romanzo di Jack London “Il vagabondo delle stelle”, stretto nella terribile camicia di forza del penitenziario dove sta scontando una pena a vita evade dal corpo e viaggia felice nelle proprie esistenze passate.
Imprigionare gli spiriti liberi significa renderli più consapevoli. Aprirgli nuove strade.
Novak sta lottando per la sua e per la nostra libertà, per l’autodeterminazione citata niente di meno che nell’articolo 32 della Costituzione.
Noli me tangere, dice Nole.
Su di lui e sulla sua scelta di non assoggettarsi al rito omologante e coercitivo, è stato gettato fango, ci si è persino dimenticati dell’ingente somma che ha donato agli ospedali di Bergamo.
“I ricchi, i potenti, gli spregiudicati e i più dotati possono infischiarsene delle regole che ingabbiano gli invidiosi e i mediocri” scrive Gramellini ammettendo di far parte a pieno titolo di queste categorie.
Djokovic, spirito sensibile, è vegano, ama gli animali, la natura e si dà da fare per aiutare il prossimo, però la “brava gente” lo insulta, si riempie la bocca con il bene altrui e intanto divora animali sofferenti, distrugge foreste, affama il terzo mondo.
La dieta vegetariana protegge dal Covid al settantatré per cento, più del vaccino, lo dice il nuovo studio pubblicato su BMJ Nutrition, Prevention and Healt, rivista americana specializzata nella nutrizione. Dire “lo faccio per me e per gli altri” avrebbe finalmente un senso.
La cosiddetta élite, il potere psicopatico, è emanata da una massa infelice, spesso inferocita contro il prossimo, livorosa verso gli originali, i diversi, le persone libere, quelli che la Morante chiama “i Felici Pochi”. Per ora la paura e l’invidia degli Infelici Molti, sosteneva la scrittrice, dettano le regole del mondo.
Ma…
“Non è detta
che prima ancora del giorno del Giudizio
Quei pazzi Felici Pochi non vi mettano in minoranza.
Forse vi converrebbe cominciare qualche esercizio
Per trovarvi preparati alla possibile circostanza.
Sarebbe una magnifica stravaganza
Di scavalcare tutti insieme i tempi brutti
In un allegro finale: FELICI TUTTI!”