Sette delittisette donne uccise presumibilmente da sette uomini” dice Barbara Palombelli, poi dice, “A volte però è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte?”
Tremate, tremate, le “scassacazzi” son tornate.
Chi ha visto “Conoscenza carnale” di Mike Nichols sa che Sandy e Jonathan, i due amici protagonisti del film così chiamavano le “loro” ex compagne.
Un imprinting del genere è duro da smaltire. È facile anche per le donne cadere nella trappola: “le femmine sono maestre nello scassare la minchia”.
A proposito, ecco il “fallo”, i maschi che lamentano tali vessazioni dal “fu” gentil sesso non fanno i conti con “Willy”.
Luogo comune per luogo comune?
Parte tutto da lì: dall’insufficienza “penale”...
“Durata ai minimi termini” e “Orgasmi bianchi” conducono l’uomo alla brama di potere (vedi i politici), alla voglia di possesso, alla violenza, e troppo spesso ai femminicidi.
Tremate, tremate, gli “assassini di femmine” non se ne sono mai andati.
Sei mia e di nessun altro, non voglio confronti eh.
Eppoi c’è il marchio del DNA, quello non ammette altri riproduttori. Il Kurgan invasore (Riane Eisler ha scritto preziosissimi saggi sull’argomento) sottomette le popolazioni conquistate distruggendo ogni forma del sacro femminino. Brutalità, tortura, svilimento dell’amore e religione patriarcale, sono le sue armi.
La Sacra Dea viene trasformata in una fattrice vergine di proprietà celeste. Per questo la specie umana è andata come è andata, i peggiori, notoriamente più forti e prepotenti per ora hanno avuto la meglio.
Nihil sub sole novum, sole che a volte brucia come un rogo.