sabato 24 dicembre 2016

Cogito, Ego Sum


Cogito, Ego Sum


L'anatra all'arancia - Luca Barbareschi
“COGITO, EGO SUM”
recensione di Rossella Monaco pubblicata su Animamediatica
         
L’ANATRA ALL’ARANCIA
Teatro Eliseo di Roma
dal testo “The secretary bird” di William Douglas Home
Versione francese di Marc Gilbert Sauvajon
Traduzione di Luca Barbareschi
Regia Luca Barbareschi
Con: Luca BarbareschiChiara NoscheseGianluca GobbiMargherita LaterzaErnesto Mahieux.

Una partita a scacchi apre la scena: Gilberto Ferrari sta sfidando sua moglie Lisa. Il congegno teatrale ha inizio. Ferrari a colpi di battute sagaci e con un’abile mossa le tende un agguato al cavallo; lei perde il pezzo e si rivela: ha un amante. Dopo venticinque anni di “Gilberto” si è innamorata di Volodia, un russo ricco e romantico, attento a ogni suo desiderio.
 L'anatra all'arancia - Luca Barbareschi - recensione Rossella Monaco
Chiara Noschese e Luca Barbareschi
Luca Barbareschi, adattando il testo, scritto nei primi anni settanta da W. D. Home, ne cambia il senso: in gioco non c’è più l’amore ma l’affermazione di sé sull’altro, la gratificazione del proprio ego, del potere & possesso.
La storia: una lei, disincantata da anni di tradimenti e di scarse attenzioni, cede a un love affair con un uomo ricco e premuroso e pianifica con lui una fuga d’amore. Il marito invece di affrontare a “duello” l’amante lo sfida a passare un fine settimana “tutti insieme”, invitando, come ospite speciale e “guastatore”, la sua sexy e callipigia segretaria. Scopo, togliere fascino e percezione del proibito alla relazione adulterina.
Luciano Salce nella famosa versione cinematografica del 1975, interpretata da Monica Vitti e Ugo Tognazzi, ci concede una chiave di lettura leggera e sensuale con un finale quasi femminista, dove in un apparente rientro dell’adultera nei dettami del matrimonio emerge l’affermazione del piacere femminile: Lisa, abbandonato l’amante, ormai depauperato di ogni significato trasgressivo, è pronta a una nuova liaison con un fantastico ragazzo biondo.
Quarant’anni dopo, si fa molto meno sesso. I rapporti fisici tra Lisa e Gilberto sono un barlume lontano. In compenso i personaggi trangugiano alcol che è una bellezza. «L’uomo è l’unico animale a bere quando non ha sete e a fare l’amore quando non ne ha voglia» dice Barbareschi/Gilberto, “padrone” di un’agendina telefonica strapiena di nomi femminili e di un seducente e colorato mobiletto bar posto al centro della scena. Con le altre donne ha rapporti abituali, giustificati in maniera assai “realistica” come «avventure piacevoli quanto mangiare cipolle crude». Con l’alcol è vero amore. E non solo per lui. Il bar è il luogo più frequentato e amato dai protagonisti. I personaggi della commedia si abbeverano come assetati in crisi d’astinenza, sconvolti e straniati dal dover affrontare il gioco delle parti, profondamente consapevoli della perdita di una qualsiasi possibilità di fuga: dalle istituzioni; dal consumo nevrotico di cose inutili; dall’arredare casa con oggetti di valore provvisti illusoriamente della capacità di nascondere una solitudine mai dichiarata. Oggetti come parenti, roba affettiva, arnesi imprigionanti.
Quarant’anni dopo Lisa ritenta la fuga, mette cappelli con piume, un richiamo al titolo originale della commedia “The secretary bird” l’uccello segretario, un rapace in grado di volare alto ma che spesso sceglie di rimanere a terra. Le penne non bastano. Quando Gilberto chiude gli amanti tra le pareti della quotidianità la situazione involve. L’uomo fantasticato come un Vronskij appena uscito dalle pagine di Anna Karenina, diventa un comune maschio russo con un chilo di caviale sotto il braccio. La cattività, come teorizza HenriLaborit nell’Elogio della fuga, inibisce i sogni e l’aggressività prende il posto dell’amore.
Scacco alla regina: Gilberto ha vinto; la disperata sopravvivenza dell’ego ha avuto la meglio. «Essere o essere stato?», dice sornione mentre riconquista la moglie; meglio sarebbe stato dire: «Avere o avere avuto?».
L'anatra all'arancia - Luca Barbareschi - recensione Rossella Monaco
Luca Barbareschi e Chiara Noschese
Eccellente Luca Barbereschi, marito misogino e spassoso, soprattutto nel primo tempo.
Bravi gli attori nei loro ruoli: Chiara Noschese, la moglie uccello che tenta di spiccare il volo, ma che, a differenza della cara “allodola” in Casa di bambola di Ibsen, rimane nella sua gabbia dorata; Gianluca Gobbi, l’amante ricco pronto a sostituire la “promessa” sposa con una “premessa” in divenire; Margherita Laterza, la sexy segretaria superdotata … di un solo neurone; Ernesto Mahieux, il cameriere attento a riti apotropaici e misteriosi. Nulla è cambiato, altri tempi ancora in questi tempi.
«Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare; e se non succede niente si beve per far succedere qualcosa» (Charles Bukowski).

sabato 17 dicembre 2016

Passeggiando per gli Uffizi

http://www.rossellamonaco.it/paredro-nostro-che-sei-nei-mari-insieme-a-medusa/

lunedì 5 dicembre 2016

La pazza della porta accanto

Recensioni teatrali di Rossella Monaco
"La pazza della porta accanto" di Claudio Fava, regia di Alessandro Gassmann, con Anna Foglietta. Teatro Eliseo.

http://www.rossellamonaco.it/vietato-guarire/

mercoledì 16 novembre 2016

Americani di David Mamet regia Sergio Rubini

Recensione pubblicata su Animamediatica

“CONTANTI & CONTATTI”

di Rossella Monaco

 Americani di Mamet, regia Rubini.
 AMERICANI (Glengarry Glen Ross) di David Mamet.
Regia di Sergio Rubini.
Con: Sergio Rubini, Gianmarco Tognazzi, Francesco Montanari, Roberto Ciufoli, Gianluca Gobbi, Giuseppe Manfridi, Federico Perrotta.

Americani a Roma. ‘Glengarry Glen Ross’ diventa Pomezia, Sergio Rubini con un colpo di genio ambienta la commedia di David Mamet nella città capitolina facendoci entrare nel vivo della storia. Un gruppo di immobiliaristi rampanti usa ogni mezzo per rifilare terreni di scarso valore a individui alienati da una quotidianità senza brivido.
Comprare uno o più lotti è un antidoto alla routine e allo stress, non conta se poi l’affare risulterà fallimentare, l’importante è convincerli che quello sia l’unico modo per sentirsi vivi, dunque di esistere. È un surrogato alla solitudine. È trasgressione pura, meglio di un rapporto sessuale fa intendere uno dei più ambiziosi degli agenti alfa. L’opera di Mamet ci mostra uno spaccato degli anni ottanta, una bolla in divenire, ci descrive come nelle crepe della società in crisi d’astinenza da “american dream” inizi a penetrare il liquame dell’economia malata e sempre più autarchica. La disillusione ha generato quelle incrinature, l’avidità le farà esplodere. Gli yuppies sgomitano, si fanno le scarpe l’uno con l’altro, sono disposti a tutto. Contare significa appunto questo, quantificare il proprio valore sul denaro o sui premi accumulati con le vendite, bonus come symbol. Affondare gli altri per rimanere in superficie, a scapito di ogni luogo profondo. È il mercato. La nuova bibbia inneggia al capitale come a un dolce da far lievitare, una torta tossica zeppa di derivati geneticamente modificati. Un Leviatano nel cui sangue scorre denaro marcio, defecato dal traffico di armi, di coca, di crudeltà. Il mostro non risparmia nemmeno i suoi agenti, gli immobiliaristi strafatti di adrenalina, devono assumere droghe sempre più pesanti: compravendita, leasing, crediti, altrimenti vanno in crisi d’astinenza. È l’economia degli ottanta, il punto di partenza della commercializzazione mondiale e il gioco è inversamente proporzionale, crescita di beni materiali, perdita di umanità. Se speculi sei amato, se vendi vinci i “contatti”. Ti aggiudichi una lista di nominativi di gente abbindolabile a cui appioppare i lotti di paradiso di ultima scelta. Contatti, è la parola chiave della commedia di Mamet, rappresentano l’unico modo degli agenti alfa per socializzare. Sono specializzati in questo, sanno usare un lessico convincente, vanno a tentativi per centrare il punto debole della vittima di turno, la penetrano nel profondo, cercano tra i suoi vizi: andare con minorenni, essere gay, cornificare la moglie, tutto è lecito, i moralismi piccolo borghesi non sono ammessi, a patto però di acquistare uno o più lotti. Ti senti a casa se compri casa. Destrutturando il linguaggio il Leviatano aiutato dai media colpisce alle basi, l’acume di Mamet sta nell’ evidenziare il metodo: svuotala della sua accezione positiva, falla virare su un vuoto a vincere, nessun richiamo a dolci incontri sentimentali o amicizie in progress, o magari a culturali frequentazioni ed ecco che la parola “contatto” si mette al servizio del torbido narcisismo affaristico.
Il regista e attore Sergio Rubini
“Escludendo la sua funzione di esprimere qualcosa di gratuitamente piacevole quel qualcosa cesserà di esistere.”
Glengarry Glen Ross, è tra le commedie più conosciute di David Mamet, ha vinto il Pulitzer nel 1984 ed è stata interpretata al cinema da Jack Lemmon e Al Pacino.
La versione di Sergio Rubini rispetta l’ironia del testo e i tempi asciutti e dinamici. Gli immobiliaristi: Gianmarco Tognazzi, algido spacciatore di contatti; Francesco Montanari, “contattomane” e venditore di talento; Sergio Rubini, alleniano personaggio in crisi d’astinenza da contatti; Gianluca Gobbi, affabulatore sfrenato; Roberto Ciufoli, timido contraltare dell’affabulatore; Giuseppe Manfridi la vittima perfetta; Federico Perrotta, la forza dell’ordine disordinata. Tutti bravissimi.
 “È proprio necessario che ogni conglomerato umano diventi corrotto? Oltre un certo punto sembra proprio di sì: il punto oltre il quale ciascuna persona del gruppo non conosce più tutte le altre per nome.” David Mamet



mercoledì 28 settembre 2016

mercoledì 13 luglio 2016

Orgasmi geneticamente modificati

http://udite-udite.it/editoria/libri/orgasmi-geneticamente-modificati-libro-rossella-monaco/

lunedì 11 luglio 2016

Paleolitico

L’archeologo francese Jean Clottes, tra i più grandi esperti mondiali di pittura rupestre, studiando le immagini nelle grotte del paleolitico ci svela realtà semplici ma sorprendenti soprattutto per la nostra società senza più meraviglie. La vita all’epoca, tra i trentamila e i diecimila anni fa, doveva essere assai magica e piena di cose inaspettate “Nel mondo del Magdaleniano l’uomo era una piccola e debole cosa, immersa in una natura intatta, dominata da animali bellissimi, possenti, spesso pericolosi. Tutto l’immaginario, tutta la spiritualità umana dovevano ruotare intorno a loro” dice Clottes.
Desidero quel mondo. Se il mio cuore si apre ogni volta che osservo-amo un passerotto, un gabbiano, un pesciolino, essere immersa in una dimensione del genere mi riempirebbe di felicità. Purtroppo l’umanità ha preferito rinchiudere gli animali in recinti e in gabbie, ha scelto di portare la propria animalità al guinzaglio, gli istinti si sono estinti insieme a molte specie; e mentre gli studiosi sono li che si arrovellano sul perché di questa dolorosa amputazione la natura viene rimpiazzata da una paesaggistica virtuale senza profumi né energia ctonia. La mia riflessione è questa: l’amore-sesso ai tempi del paleolitico doveva essere qualcosa di travolgente. Libere da repressioni religiose e maschiliste le donne, non tacciate di mignottismo, né sante né puttane, libere di amare senza condizionamenti né condizioni, avrebbero dato il meglio: a se stesse e agli altri rendendo il mondo un paradiso meraviglioso. Vive l’animalité, vive la liberté vive l’Amour!

giovedì 30 giugno 2016

Intervista a TuttiaBordoRadio

http://tuttiabordoradio.mwsmail.net/?p=456

martedì 29 marzo 2016

www.rossellamonaco.it

'O Sito ove è sito il mio sito.
My new site! 'O sito!

www.rossellamonaco.it

martedì 15 marzo 2016

La Baubò

Ecco la mia versione della Baubò, Una divinità probabilmente risalente al neolitico che con la sua forza sessuale fa rinascere il mondo. La Baubò usa il potere creativo del sesso unito a quello della risata che riesce a suscitare con battute oscene. Nella cultura matriarcale la vagina era sacra e quella della Baubò persino parlante (quando era in buona raccontava barzellette esilaranti). 
Dal sesso scaturisce la gioia e dalla gioia il sesso. Fantastica cultura quella matrilineare. 
W la vagina ridanciana! 


p.s. (Salve al popolo del blog, per motivi familiari ho dovuto interrompere sul nascere il mio blog, ora dopo anni (però il tempo è relativo) sono riemersa e mi scuso per non aver risposto ad alcuni commenti tra l'altro molto interessanti.

lunedì 14 marzo 2016

Nel mio prossimo libro in uscita a maggio verrà sviscerato l'argomento se sia giusto donare perle alle maialine.